Generazione X a merenda: una passione di ieri e di oggi

Più concreti e meno sognatori dei Baby Boomers, sono cresciuti nella stagione d’oro delle merendine, ovvero, a cavallo tra gli anni ‘70 e ‘80. Si tratta della Generazione X, quella dei nati dal 1965 al 1980, il segmento più ampio della popolazione italiana (25%), ovvero, 15 milioni di persone. Ma oggi come è il loro rapporto con lo spuntino? Lo ha scoperto l’indagine Generazione X: merenda e stile di vita, commissionata da Unione Italiana Food a BVA DOXA. Secondo lo studio, 3 Gen X su 4 (76%) fanno merenda almeno una volta giorno, e nella top five dei prodotti più consumati ci sono frutta (62%), yogurt (52%), biscotti (39%), cracker (39%), merendine confezionate (32%), e dolci fatti in casa (22%).

Dolce, salata, a casa o in ufficio?

La metà degli italiani appartenente alla Generazione X (50%) alterna lo spuntino dolce a quello salato, il 35% fa una merenda sempre e solo dolce, mentre il 15% salata. Per il 59% la merenda si fa sempre casa, mentre per il 41% fuori casa: in ufficio (35%), all’aria aperta (4%) oppure on the go (2%). Tornando indietro nel tempo, la merenda della Generazione X da bambini era un po’ diversa. Al primo posto tra gli alimenti più consumati c’erano proprio le merendine (50%), che attraversavano una fase di affermazione del prodotto, seguite da biscotti e panino salato. La frutta era l’alimento preferito solo per 1 italiano su 4 (24%), mentre riscuoteva molto consenso ‘pane e pomodoro’ (25%), un grande classico della tradizione della merenda casalinga di una volta.

Merendine: prodotti alimentari iconici e senza età

Oggi 8 italiani su 10 dai 42 ai 57 anni di età (83%) consuma le merendine, e il 53% lo fa almeno 1-2 volte a settimana. La Gen X ama alternare quelle da tempo presenti a scaffale con quelle nuove (63%), il 28% è rimasto legato ai grandi classici, e il 14% ama le nuove merendine lanciate sul mercato. Il 9% invece non ha cambiato gusti: consuma soltanto quelle che consumava da bambino.
Per 6 italiani su 10 della Generazione X, le merendine sono tra i prodotti alimentari più iconici, superando prodotti dal grande legame affettivo come patatine (47%), gelati (41%), chewing-gum (31%), snack dolci (23%), caramelle (22%) e pop-corn (16%).

Un comfort food della gioventù

Per gli adulti di oggi della Generazione X, bambini negli anni ‘70/’80, le merendine hanno rappresentato in primo luogo un prodotto divertente oltre che buono, legato al mondo delle sorprese e delle raccolte punti (39%). Già allora era un’alternativa pratica e porzionata per la merenda a scuola e fuori casa (33%). Per il 30% della Generazione X l’affermazione delle merendine è stata una novità assoluta che ha rivoluzionato il momento della merenda, a quei tempi basata principalmente su cibi fatti in casa. E per 1 su 4 (25%) la merendina ha rappresentato il comfort food che ha accompagnato molti ricordi e situazioni legati alla gioventù.

Turismo: l’e-commerce riporta i valori al pre-pandemia

Dopo due anni caratterizzati dalle limitazioni alla mobilità, il settore del turismo nel suo complesso conferma una forte ripresa, avvicinandosi ai livelli del pre-pandemia. Ed è l’e-commerce dei viaggi ad agevolare questa crescita. A guidare il trend è proprio la componente digitale: nel 2022 l’e-commerce nel mercato dei trasporti cresce in valore assoluto del +84% rispetto al 2021, toccando quota 11,2 miliardi di euro, e attestandosi a -6% sul 2019. Nel mercato Ricettivo invece gli acquisti online crescono del +32% e oltrepassano quota 14,9 miliardi, superando del 2% il dato pre-pandemia del comparto, ovvero i 14,5 miliardi del 2019. Sono alcune evidenze presentate a TTG Travel Experience dall’Osservatorio Innovazione Digitale nel Turismo della School of Management del Politecnico di Milano.

I trasporti

Nel 2022 il comparto dei trasporti, tra online e offline nelle tre componenti incoming, domestica e outgoing, vale complessivamente 16,6 miliardi di euro, riducendo a -24% il gap con il 2019, anno in cui il totale del mercato aveva toccato quota 21,7 miliardi. Si registra quindi un aumento del +62% rispetto al 2021, quando il valore complessivo dei trasporti era sceso a soli 10,2 miliardi. L’e-commerce di settore continua la sua rincorsa, e con 11,2 miliardi di raccolta arriva a superare i due terzi del totale del mercato (68%, contro il 32% del canale offline). La rilevanza degli acquisti online si manifesta in particolar modo nelle prenotazioni tramite canali diretti, che arrivano nel 2022 a rappresentare l’88% del volume digitale totale. 

Le strutture ricettive

Anche il comparto ricettivo, alberghiero ed extra-alberghiero, è in recupero. Considerando i flussi incoming e quelli domestici, nel 2022 il comparto vale 28,3 miliardi, in crescita del 26% rispetto al 2021. Restano ancora lontani i livelli del 2019, quando il totale del comparto (offline più online) valeva 33,4 miliardi di euro, ma la distanza si riduce sensibilmente. Nell’ospitalità l’e-commerce raggiunge i 14,9 miliardi di euro (+3,6 miliardi rispetto al 2021), continuando a crescere a tassi più alti rispetto al totale del mercato, sebbene inferiori a quelli dello scorso anno, anche a causa del ritorno delle vendite in agenzia (+27% sull’anno scorso). Nel complesso, quindi, l’e-commerce rappresenta il 53% del comparto ricettivo contro il 47% dell’offline, mentre dopo due anni di sostanziale parità, le transazioni digitali sul canale indiretto (62%) tornano a erodere parzialmente l’incidenza di quelle sul canale diretto (38%).

I tour operator

Anche il turismo organizzato (tour operator e crociere) registra una buona ripresa, cui contribuisce il ritorno dei viaggi internazionali. Il fatturato del comparto, in grande sofferenza nel 2021 ( -66% rispetto al 2019), recupera oltre la metà della perdita, con una crescita del +106% negli ultimi 12 mesi. Anche per le agenzie di viaggio, dopo il crollo del -72% tra 2019 e 2021, si nota una netta inversione di tendenza in positivo: nel 2022 la crescita annua è del +182% e il differenziale con l’anno pre-pandemia torna a un incoraggiante -21%.

Pensiero critico: lo abbiamo perso, ma la tecnologia può aiutarci

I cambiamenti sociali degli ultimi due anni hanno comportato in molti lavoratori una perdita di produttività di circa due ore al giorno. La ‘colpa’ è principalmente del burnout, dello stress e dell’affaticamento mentale. Secondo il Think Report, realizzato da Lenovo su oltre 5.700 persone provenienti da Stati Uniti, Regno Unito, Germania e Giappone, solo il 34% dichiara di dedicare ‘tutto’ o ‘la maggior parte’ del tempo a pensare in modo chiaro e produttivo. Il 75% dei decision maker IT afferma che i colleghi hanno difficoltà a pensare in modo chiaro e produttivo, il 64% ritiene di dipendere dal pensiero pratico o di ‘sopravvivenza’, e che la capacità di pensare rapidamente e in multitasking comporti una mancanza di pensiero innovativo e concreto.

“Il progresso della società è a rischio”

“È stato illuminante constatare che a livello globale le persone ritengano che il progresso della società sia a rischio a causa della difficoltà di sviluppare un pensiero critico”, commenta Emily Ketchen, VP e CMO di Intelligent Devices Group, Lenovo. Nonostante molti intervistati abbiano dichiarato di fare fatica a sviluppare un processo di pensiero critico, si comprendono i benefici che provengono dalla capacità di portare a un livello superiore la propria capacità di ragionamento. Il 65% ritiene che pensare in modo chiaro, profondo e produttivo aiuta a prendere decisioni migliori.

Un ambiente tranquillo è indispensabile per pensare “meglio”

Gli orari in cui si sviluppa il pensiero produttivo variano notevolmente a seconda della provenienza degli intervistati, e non sempre coincidono con la tradizionale giornata lavorativa. Il 37% degli intervistati negli Stati Uniti e il 24% nel Regno Unito preferisce la sera tardi o la mattina presto, il 25% dei giapponesi la metà mattina, mentre il 35% dei tedeschi sceglie la sera. In generale, il primo requisito indispensabile per pensare meglio è un ambiente tranquillo, e gli intervistati dichiarano che le tecnologie di cancellazione del rumore sono le più apprezzate per aiutare a riflettere in modo approfondito.

Usare la tecnologia in modo più mirato

Imparare a usare la tecnologia in modo più mirato, stabilendo limiti, circoscrivendo le distrazioni e riducendo il disordine delle informazioni, può aiutare ad avere abitudini di pensiero migliori, riporta Adnkronos. Inoltre, molti ritengono che la semplificazione dei compiti potrebbe aiutare a pensare meglio, e se il 40% degli intervistati in Germania vorrebbe imparare a usare la tecnologia in modo più mirato, il 39% negli Stati Uniti vorrebbe porre limiti all’uso della tecnologia. Ma la maggioranza dei decisori IT è ottimista riguardo alla tecnologia e al modo in cui consente a dipendenti e organizzazioni di pensare in modo chiaro. Che si tratti di rispettare le scadenze, della necessità di far collaborare le persone all’interno dell’azienda o dell’opportunità di inventare, oltre il 60% degli intervistati crede che la tecnologia aiuti a impegnarsi in un pensiero critico, riflessivo, e collaborativo.

Come cambia la supply chain in tempi di stress? Si punta su automazione e IA

Intelligenza artificiale, automazione dei processi e attenzione a tutti gli aspetti della sostenibilità sono le chiavi di volta per sostenere le supply chain, ovvero le catene di approvvigionamento di imprese e organizzazioni. A mettere in luce questo nuovo percorso è il recente studio dell’IBM Institute for Business Value (IBV) denominato “Own Your Transformation”. La ricerca stata condotta su 1.500 Chief Supply Chain Officer (Caco), cioè i top manager che si occupano delle catene di approvvigionamento, e Chief Operating Officer (Coo) di realtà produttive di 24 settori industriali presenti in 35 Paesi. In particolare dall’analisi è emerso che queste figure manageriali hanno dichiarato di aver scelto l’automazione perché è un approccio che può aggiungere prevedibilità, flessibilità e intelligenza alle operazioni della supply chain, e di utilizzare l’Intelligenza Artificiale per monitorare e tracciare le prestazioni.  

La metà dei manager adotta nuove tecnologie di automazione

Poco meno della metà (47%) dei Chief Supply Chain Officer intervistati ha affermato di aver introdotto nuove tecnologie di automazione negli ultimi due anni, un approccio che può aggiungere prevedibilità, flessibilità e intelligenza alle fasi della catena di approvvigionamento e di utilizzare l’intelligenza artificiale per monitorare le prestazioni . Il report ha anche rilevato che la sostenibilità è sia una sfida sia una leva verso il cambiamento. L’urgenza è particolarmente sentita nei periodi di stress come quello che stiamo vivendo, con tutte le incertezze legate alla pandemia globale da Covid-19, all’inflazione, ai cambiamenti climatici e agli eventi geopolitici attuali.

“Per combattere efficacemente i fattori di stress delle catene di approvvigionamento, come l’inflazione, è imperativo che i Csco si concentrino sull’utilizzo di analisi, intelligenza artificiale e processi di automazione per costruire supply chain intelligenti, resilienti e sostenibili”, afferma Jonathan Wright, IBM Consulting Global Managing Partner, Sustainability Services and Global Business Transformation. “Automazione e l’intelligenza artificiale possono consentire ai Csco e alle loro imprese di raccogliere dati, identificare i rischi, convalidare la documentazione e fornire audit trail, anche in periodi di forte inflazione, gestendo al contempo anche il consumo di carbonio, energia e acqua”.

Dove si concentrano gli investimenti?

Il report evidenzia che 1 Csco su 2 (il 52%) pone la sostenibilità in cima alla lista delle priorità di cambiamento per le quali l’infrastruttura tecnologica può fornire una spinta concreta. Il 50% dichiara che i propri investimenti in sostenibilità accelereranno la crescita aziendale. Gli stessi manager affermano poi che le maggiori pressioni verso la trasparenza e la sostenibilità provengono da: investitori (56%), membri del consiglio di amministrazione (50%) e clienti (50%). 

La riscoperta delle piccole cose che fanno la felicità

Dopo la pandemia, il 30% degli italiani ha dovuto fare i conti con umore basso e sensazione di tristezza, e ha sentito la mancanza di almeno un ‘grande momento’, come vacanze, matrimoni, fidanzamenti, feste di laurea. Al contempo, nel 2022 cresce l’importanza della cura di sé come priorità e non come vanità, si dà più valore al quotidiano nella sua autenticità, e aumenta l’attenzione alla sostenibilità delle nostre azioni. Segno di un importante cambiamento culturale in atto che tutti possiamo cogliere, e che sono stati intercettati anche dal rapporto europeo realizzato da Ketchum Research and Analytics per Lenor. La ricerca ha voluto indagare ciò che in questo anno conta veramente per i cittadini europei. 

I “grandi momenti” sostituiti dalle piccole cose di tutti i giorni 

Allo stesso tempo, però, il 63% degli intervistati si è reso conto che in assenza di questi ‘grandi momenti’, sono state proprio le piccole cose di tutti i giorni a farli sentire felici, e il 76% concorda nell’affermare che dal periodo della pandemia apprezza i ‘momenti più piccoli’ tanto quanto quelli più grandi. In particolare, tra le piccole cose quotidiane più amate, spiccano i gesti per sé stessi. Il 97% degli italiani afferma infatti che ha bisogno di dedicare almeno un momento al giorno a prendersi cura di sé, e sentirsi riposato e in forma in modo da poter affrontare i propri impegni. Non solo: la ricerca ha evidenziato che il 59% degli italiani preferisce spendere tempo e risorse per migliorare il proprio benessere fisico e mentale (ad esempio, facendo meditazione o esercizio per mantenersi in buona salute), contro un 41% che si concentra solo sull’aspetto fisico (ad esempio, andando regolarmente dal parrucchiere, comprando nuovi vestiti, concedendosi trattamenti estetici).

Sentirsi bene mentalmente ritagliandosi del tempo per sé

Il 68% degli intervistati, inoltre, sceglie di sentirsi bene mentalmente ritagliandosi del tempo per sé, e oltre la metà afferma che preferirebbe infilarsi tra le lenzuola appena lavate del proprio letto piuttosto che passare una notte in hotel. E se il 78% degli italiani oggi si sta concentrando maggiormente sulla cura di sé rispetto a 5 anni fa, la maggior parte afferma di essere anche più attento all’ambiente rispetto a 2 anni fa, facendo più attenzione a riciclare (94%) e prendendo sempre o regolarmente decisioni eco-sostenibili (66%), riporta Ansa.

Cambia il modo di migliorare la quotidianità

“Questo rapporto mostra che durante questi anni di pandemia c’è stato un cambiamento fondamentale nel modo in cui cerchiamo di migliorare la nostra quotidianità, poiché ci siamo resi conto che sono le piccole cose a essere le più importanti e quelle con il maggior impatto sul nostro benessere – commenta Alessandro Castronovo, Senior Director P&G per l’Italia -. Non c’è più necessariamente il bisogno di ‘grandi gesti’ o ‘grandi momenti’. Questa ricerca mostra quanto sia importante cercare di vivere momenti di benessere anche piccoli, ma ogni giorno”.

Cybersecurity: gamer colpiti dai malware che mirano a dati e credenziali

Nel tentativo di scaricare gratuitamente nuovi giochi da risorse non affidabili, i gamer spesso ricevono software dannosi, perdendo denaro e i loro account di gioco. Rispetto al 2021 nella prima metà del 2022 il numero di gamer attaccati da software malevoli, che raccolgono dati sensibili e si diffondono sotto le sembianze di alcuni videogiochi più popolari, è aumentato del 13%. Quanto alle minacce per videogiochi più diffuse, tra il 1° luglio 2021 e il 30 giugno 2022 sono stati più di 384.000 gli utenti colpiti da quasi 92.000 file unici dannosi o indesiderati, che imitavano 28 videogiochi o serie di giochi. È quanto emerge dal report sulle minacce legate al gioco pubblicato da Kaspersky.

Furto di credenziali, dati di pagamento e informazioni di login

Tra gli attacchi effettuati tramite software dannosi che rubano dati sensibili dai dispositivi infetti si evidenziano Trojan-PSW, che raccolgono le credenziali degli utenti presi di mira, Trojan-Banker, che rubano i dati di pagamento, e Trojan-GameThief, che raccolgono le informazioni di login per gli account di gioco. 
Dal 1° luglio 2021 al 30 giugno 2022 Kaspersky ha rilevato 3.705 file unici che distribuivano questo software dannoso sotto le sembianze di giochi popolari o serie di giochi. Il numero di questi file unici utilizzati per infettare gli utenti nella prima metà del 2022 è aumentato di quasi un quarto (1.868) rispetto allo stesso periodo del 2021 (1.530).

I giochi più sfruttati dagli aggressori

Molti file dannosi rubano le informazioni di accesso agli account di gioco o i dati bancari. Nella maggior parte dei casi, gli utenti ricevono questi file dannosi perché invece di effettuare il download dei giochi dai siti ufficiali provano a scaricarli gratuitamente da pagine web di terze parti. Giochi noti come Roblox, FIFA o Minecraft, così come le nuove parti di grandi serie di giochi (Elden Ring, Halo e Resident Evil) sono stati attivamente sfruttati dagli aggressori che hanno diffuso il malware RedLine, un password stealer che estrae dati sensibili come password, dettagli delle carte di credito, portafogli di criptovalute e credenziali per i servizi VPN.

Allerta phishing: non aprire quella pagina!

Dal 1° luglio 2021 al 30 giugno 2022, 2.362 utenti unici sono stati attaccati con RedLine, solitamente venduto a un prezzo molto basso su vari forum per cybercriminali, motivo per cui gode di un’enorme popolarità. Oltre a diffondere file dannosi, gli attaccanti continuano a creare e promuovere attivamente nuove pagine di phishing dedicate al gaming. Imitando l’intera interfaccia degli store in-game di CS:GO, PUBG e Warface, i truffatori creano pagine fraudolente, offrendo agli utenti un discreto arsenale di armi e artefatti gratuiti. Per ricevere l’omaggio, i gamer devono inserire i dati di accesso ai loro account di social network, e dopo essersi impossessati degli account, gli attaccanti cercano nei messaggi personali i dettagli delle carte di credito o chiedono denaro a vari amici della vittima.

Inflazione: nel 2022 alle famiglie costerà 53,5 miliardi di euro

Un salasso che colpisce le famiglie italiane, indifese di fronte agli incrementi dei listini che si abbattono su settori indispensabili come alimentari e trasporti. L’inflazione infatti, insieme all’aumento delle bollette di luce e gas, continua a essere la principale emergenza del Paese, con i prezzi che anche a luglio hanno fatto registrare rincari da record. Lo denuncia il Codacons: nel 2022 l’impennata dell’inflazione costerà alle famiglie italiane 53,5 miliardi di euro, +10,9 miliardi solo per gli alimentari. Anche sulle vacanze scatta però il salasso: per i trasporti 481 euro in più a famiglia, e se le tariffe dei biglietti aerei salgono del 160,2% gli alberghi il 15,8% in più.

Spesa alimentare: quasi 10,9 miliardi di euro in più rispetto al 2021

Il Codacons ha elaborato uno studio per capire come l’inflazione registrata in Italia nei primi 7 mesi dell’anno si rifletta sui bilanci delle famiglie. Secondo l’Istat oggi il tasso di inflazione acquisita per il 2022 è pari al +6,7%: questo significa che proprio a causa dell’aumento di prezzi e tariffe, a parità di consumi gli italiani subiscono nel corso dell’anno un aggravio di spesa pari a complessivi +53,5 miliardi di euro per l’acquisto di beni e servizi rispetto al 2021. Solo per la spesa alimentare, la cui inflazione acquisita è pari al +7,5% nel 2022, le famiglie spendono in totale quasi 10,9 miliardi di euro in più.

Vacanze e trasporti: il turismo colpito da pesanti rincari

Si apre poi il capitolo spinoso delle vacanze estive, con il settore del turismo colpito nell’ultimo mese da pesanti rincari, e il comparto trasporti che registra a luglio tariffe in aumento del +13,9% su base annua.
“Chi parte per andare in vacanza quest’anno dovrà mettere mano al portafogli – denuncia il Codacons -. Solo per la voce trasporti una famiglia si ritrova oggi a subire un salasso pari in media a +481 euro annui rispetto al 2021. A luglio le tariffe dei biglietti aerei internazionali sono infatti salite del +160,2% su base annua, i traghetti del 9,1%, la benzina è aumentata del 22,3% e il gasolio del 30,9%.

Accelerano pacchetti vacanza, alberghi e ristoranti

Quanto ai pacchetti vacanza, salgono del 5,7%, mentre per dormire in un albergo si spende in media il 15,8% in più. Accelerano poi anche gli aumenti per bar e ristoranti, che a luglio hanno ritoccato i listini in media del +5%”. Insomma, secondo il Codacons “le vacanze estive del 2022 saranno ricordate come le più salate degli ultimi anni, con i prezzi e le tariffe del comparto schizzati alle stelle che rischiano di trasformare la villeggiatura in un lusso per ricchi e di impoverire ulteriormente una consistente fetta di popolazione”.

Abitare e affittare a Milano, la città italiana più cosmopolita, ma meno sicura 

Lo confermano i dati della ricerca di Spotahome condotta da AstraRicerche su un campione di residenti a Torino, Milano e Roma. Milano è una città cosmopolita, una realtà aperta e internazionale, ma è anche una delle meno sicure d’Italia, e chi la abita lo percepisce. Milano però è anche la città più aperta alle situazioni di affitto: con una percentuale del 20%, la più alta rispetto a Torino e Roma, mostra un’altissima propensione ad affittare, soprattutto dopo un’esperienza positiva avvenuta in passato (24%) o per il piacere di condividere la casa con altre persone e non stare soli (32%). Ed è netta la preferenza per affittuari giovani e lavoratori (65%).

Più ricca di Roma e Torino

Il capoluogo lombardo si dimostra anche la città più ricca rispetto a Roma e Torino, rispondendo con il dato più basso (38%) al criterio di affitto al fine di avere un reddito ulteriore. Milano è sul podio anche per la volontà di affittare a europei non italiani (23%) e nordamericani (11%), mentre le percentuali di sudamericani (2%) e asiatici (4%) sono basse. A Milano, si segnala una preferenza per affittare le case ad anglofoni rispetto a italiani (24% rispetto al 21% di Torino e il 19% di Roma), mentre il dato relativo alla ricerca di affittuari parlanti italiano risulta il più basso delle tre città (60% rispetto a Torino e Roma, entrambe al 64%).

I motivi per non mettere in affitto la propria casa

Interessante anche un altro dato, l’unico negativo nei confronti della propensione all’affitto: la sicurezza. Il motivo per non mettere in affitto la propria casa a Milano (24%) sarebbe la paura per sé stessi e le proprie cose. Risulta quindi necessario un servizio che risponda a queste esigenze e risolva questa problematica. E Spotahome offre un servizio innovativo, sicuro, digitale e internazionale ideale per chi vive a Milano. Adatto, quindi, sia per chi cerca una casa in affitto sia per i proprietari che vogliono affittare casa, in modo da trasformare la ricerca di inquilini o una sistemazione in un’avventura senza intoppi.

Cosa richiedono i proprietari per affittare in sicurezza?

In particolare, Spotahome offre un servizio gratuito di upload di foto e video veritieri e in alta definizione, scattati e girati da un team di professionisti, su una piattaforma sicura, sulla quale l’identità degli inquilini viene preventivamente controllata. Ma cosa è più richiesto a Milano? Sono ritenuti fondamentali servizi come la gestione check-in/check-out, manutenzione e pulizia (47%), le visite virtuali (36%) e l’annuncio visibile in tutto il mondo (27%).

Vacanze con i bambini: cosa fare per non stressarsi? 

Finalmente per molti sono arrivate le tanto attese vacanze, da trascorrere con tutta la famiglia. Un sogno: ma come fare affinché non ci sia nemmeno una nuvola sull’armonia familiare? Seguendo i consigli degli esperti, così da tenere alla larga lo stress e gestire al meglio le eventuali criticità che potrebbero presentarsi in viaggio o una volta a destinazione. All’inizio può sembrare faticoso scegliere il periodo, la meta, l’alloggio e quali attività fare sia per i più piccoli sia per i più grandi. Parentsmile, la prima piattaforma europea per il supporto e il benessere a domicilio di tutta la famiglia, per essere a fianco di tutte le famiglie – anche in estate – propone una guida utile per vivere le vacanze senza stress pensando a tutti: dai più grandi ai più piccoli. Tra i consulenti, c’è la dottoressa Rosangela Pozzi, pedagogista,  che fornisce una serie di consigli utili per vivere le proprie vacanze in famiglia e per gestire i momenti “nuovi” e fuori casa per i bambini. 

Una meta per tutti e spazio alle “vecchie” abitudini
Scegliere una meta che possa piacere sia ai più piccoli sia ai più grandi. Per un bambino potrebbe non essere particolarmente interessante passare una vacanza intera in giro per musei. Meglio, quindi, scegliere una località che offra divertimento, altrimenti la vacanza potrebbe trasformarsi in una serie di lamentele e capricci. Scoprire nuove destinazioni e rivoluzionare la propria quotidianità non è una novità solo per l’adulto che, dopo settimane di lavoro, va in ferie, ma anche per il proprio figlio. All’inizio può essere difficile il cambiamento e proprio per questo motivo si consiglia di mantenere gli abituali orari di riposo, sonno e di pranzo e cena. Seguire ogni giorno la stessa routine – anche se si è al mare, al lago, in montagna – è la chiave per non destabilizzare troppo i figli e dare prevedibilità alla giornata.

Sì a colori e a nuove amicizie
Ci saranno momenti di noia per i bambini, basti pensare ai tempi di attesa in un bar o ristorante. Il genitore dovrebbe essere pronto a tutto, anche a mettere in valigia pastelli, libri, giochi scelti in base all’età dei propri figli per un momento di svago da condividere con tutta la famiglia. Anche in vacanza i figli hanno bisogno di giocare con i loro pari e, allo stesso tempo, anche i genitori vorrebbero concedersi un po’ di tempo tutto per loro. L’idea è quella di provare l’esperienza del mini club o junior club in base alle diverse età dei figli e alle loro personalità in continua crescita.

Mangiare senza stress e “stacco” dai compiti
Per vivere il momento del pranzo o della cena sarebbe utile avere accortezze quando si sceglie il ristorante o hotel come la disponibilità di sala pappe e biberonerie, menù vari per tutte le fasce di età, disposizione dei tavoli e, meglio ancora, se previsto uno spazio aperto con giardino in modo da godere di tutti i comfort. In generale, si consiglia di non arrabbiarsi con i figli durante le vacanze e non essere esigenti nei compiti o letture di libri da portare a termine. Concedere ai bimbi uno stacco di qualche giorno dalla routine è importante per stimolare non solo la reattività ormonale, ma anche l’apparato immunitario. Infine, una buona regola è quella di lasciar scorrere il tempo delle vacanze con distensione, senza abbandonare il sorriso. 

Gli attacchi DDoS generano oltre 15 milioni di “armi” 

Secondo il DDoS Threat Report 2022 di A10 Networks, nella seconda metà del 2021 il team di ricerca sulla sicurezza ha tracciato oltre 15,4 milioni di ‘armi’ DDoS, ovvero computer, server e dispositivi IoT, quasi triplicate rispetto ai 5,9 milioni del 2019. La pandemia ha infatti causato un picco di attacchi informatici, tra cui malware, ransomware e attacchi DDoS. Gli autori delle minacce hanno cercato di interrompere non solo i servizi su cui le persone fanno affidamento ogni giorno, come assistenza sanitaria, istruzione e finanza, ma anche le infrastrutture critiche, come le catene di approvvigionamento alimentare, i servizi pubblici e le agenzie governative. Di conseguenza, si è verificato un aumento delle armi che possono essere utilizzate per lanciare questi attacchi. 

Un aumento di oltre il 100% anno dopo anno
L’intelligence di A10 Networks ha dettagliato l’uso di attacchi DDoS per interrompere infrastrutture e comunicazioni in Ucraina nel febbraio 2022, proprio quando la Russia ha lanciato il suo attacco di terra. Il team di ricerca ha monitorato anche progressi significativi nella portata e nell’intensità dei crimini informatici, evidenziando un aumento di oltre il 100%, anno dopo anno, di potenziali armi di amplificazione più oscure, tra cui Apple Remote Desktop (ARD), utilizzato nel conflitto Russia-Ucraina. Gli aggressori inoltre hanno sfruttato la nota vulnerabilità Log4j, di cui più del 75% ha avuto origine in Russia.

Adottare i principi Zero Trust per proteggersi
Il 21 marzo 2022 l’amministrazione Biden-Harris ha pubblicato una guida che esorta le organizzazioni statunitensi ad agire rapidamente per proteggersi dagli attacchi informatici e dalla guerra informatica parallela al conflitto Russia-Ucraina. La guida, pur rivolta alle aziende con sede negli Stati Uniti, esprime l’urgenza per le organizzazioni mondiali affinché rivalutino la loro posizione sulla sicurezza. Impiegare i principi di Zero Trust non solo può proteggere le reti, ma anche garantire che non siano utilizzate per lanciare attacchi. Le soluzioni di sicurezza di A10 per la protezione DDoS, l’ispezione TLS/SSL del traffico crittografato e le funzionalità di sicurezza dell’application delivery possono fornire politiche di Zero Trust basate sull’identità e sul contesto per un accesso controllato.

Impatto devastante su governi e business
“I recenti eventi – afferma Dhrupad Trivedi, president e ceo A10 Networks – sottolineano l’impatto spesso devastante che gli attacchi informatici hanno sui governi e sul business in tutto il mondo. A10 Networks traccia l’origine delle armi DDoS, oltre ad altri vettori di attacco, per fornire ai clienti informazioni utili sulle minacce. Questa è una componente critica di un quadro Zero Trust per aiutare le organizzazioni ad anticipare e mitigare meglio gli attacchi informatici, e per garantire che le reti non vengano inavvertitamente utilizzate per attività offensive”.
Per supportare ulteriormente le esigenze di cybersecurity dei clienti A10 ha aderito alla Microsoft Intelligent Security Association (MISA), un ecosistema di fornitori software indipendenti e fornitori di servizi di sicurezza che integrano le loro soluzioni per poter difendersi meglio dalle minacce crescenti.

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