Gli italiani dicono “no” alla plastica monouso

Basta plastica: pare essere questo il messaggio, quasi unanime, lanciato dai cittadini di tutto il mondo. I numeri d’altronde sono impressionanti. Ogni anno, a livello globale, vengono prodotte 460 milioni di tonnellate di plastica, di cui il 60% è monouso, contribuendo così all’inquinamento dei mari e degli oceani. Solo il 9% della plastica prodotta viene riciclato, mentre la plastica monouso costituisce oltre il 70% dei rifiuti plastici. Questi dati evidenziano la necessità di un cambiamento urgente e deciso, a partire dal divieto globale della plastica monouso.

I cittadini favorevoli al divieto della plastica monouso

Il quarto negoziato sul Trattato sull’inquinamento da plastica, che si tiene dal 23 al 29 aprile a Ottawa, affronta proprio questo tema cruciale. La maggior parte dei cittadini è favorevole al divieto della plastica monouso, come dimostra un recente sondaggio condotto da Ipsos per il WWF su un campione di 24 mila persone provenienti da 32 Paesi, Italia inclusa, in cui l’85% si è espresso a favore del divieto.

Gli italiani pensano che occorra fare di più

In Italia, gli intervistati sostengono anche il divieto delle sostanze chimiche nocive utilizzate nella produzione della plastica (87%) e la limitazione dei prodotti in plastica difficilmente riciclabili (84%). Tuttavia, c’è consapevolezza diffusa che i divieti non siano sufficienti a risolvere il problema. La maggior parte delle persone intervistate ritiene necessaria una revisione del sistema di produzione e riciclo della plastica per garantire un riciclo e un riutilizzo sicuro.

Servono finanziamenti e strumenti per un mondo plastic free 

La maggioranza degli intervistati italiani (83%) ritiene che i produttori dovrebbero essere obbligati a investire in sistemi di riutilizzo della plastica, mentre il 67% è d’accordo sul fatto che tutti i Paesi dovrebbero avere accesso ai finanziamenti e alle risorse necessarie per affrontare l’inquinamento da plastica. Il 87% degli intervistati a livello globale (83% degli italiani) ritiene anche necessaria una riduzione complessiva della produzione di plastica.

L’importanza di norme universali

Il prossimo summit sul Trattato globale sull’inquinamento da plastica sarà un momento cruciale per definire norme globali vincolanti per affrontare efficacemente il problema. Sebbene la maggioranza degli Stati sostenga tali norme, una minoranza continua a opporsi, mettendo a rischio l’equilibrio ambientale del pianeta per interessi economici. Norme globali vincolanti permetterebbero un’azione coordinata tra Governi e aziende, favorendo l’innovazione e distribuendo in modo equo gli oneri necessari per risolvere il problema dell’inquinamento da plastica lungo tutta la catena del valore.

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