Secondo le stime di Confcommercio a febbraio 2023 il Pil dovrebbe registrare una riduzione dello 0,4% congiunturale e una crescita dello 0,6% tendenziale. Pur in presenza di un rimbalzo nel mese di marzo, il primo trimestre si chiuderebbe con una moderata riduzione, confermando l’ipotesi di una contenuta recessione a cavallo del 2022-2023. Il processo di rientro dell’inflazione, seppure appare ormai avviato con la discesa (a gennaio 10,1% vs 11,6% dicembre), è ancora caratterizzato da molti elementi di incertezza. Le tensioni ancora presenti nel sistema, sottolineate da un’inflazione di fondo in crescita anche a gennaio, rendono difficile immaginare il ritorno verso dinamiche più in linea con gli obiettivi della politica monetaria prima dell’ultimo trimestre dell’anno.
Uno scenario complesso e incerto
Agli sporadici segnali positivi sul versante della produzione si contrappongo le difficoltà delle famiglie a proseguire nel percorso di recupero dei consumi. A soffrire è soprattutto la domanda di beni. Inoltre, il rallentamento delle dinamiche inflazionistiche appare ancora limitato e non contiene l’erosione del potere d’acquisto di redditi correnti e ricchezza liquida, solo in parte compensata dall’intervento pubblico. A dicembre, dopo un trimestre negativo, la produzione industriale ha mostrato un incremento dell’1,6% su novembre, ma le prospettive a breve rimangono incerte, seppure connotate da elementi meno sfavorevoli rispetto ai mesi autunnali. Il mercato del lavoro ha mostrato, a dicembre, un modesto miglioramento, con una lieve crescita degli occupati: +0,2%, pari a 37mila unità.
Consumi in moderato miglioramento
A gennaio i consumi, espressi nella metrica dell’ICC, hanno registrato un moderato miglioramento nel confronto annuo con il ritorno a valori positivi (+1,0%). Una stima che però va letta con cautela, perché a gennaio 2022 si registrò la peggiore ondata di Covid-19, con la conseguente limitazione di molte attività commerciali e della mobilità. Al miglioramento tendenziale ha contribuito esclusivamente la domanda relativa ai servizi (+9,0%), mente per i beni si conferma la tendenza alla riduzione dei volumi acquistati (-1,3%). All’interno di questo aggregato, piccoli segnali di recupero si rilevano per abbigliamento e automotive. Permangono le difficoltà per alimentazione domestica, settore dei mobili ed elettrodomestici.
Prezzi al consumo: tendenze a breve termine
Sulla base delle dinamiche registrate dalle diverse variabili che concorrono alla formazione dei prezzi al consumo si stima per il mese di febbraio 2023 una variazione dello 0,3% in termini congiunturali e del 9,4% su base annua. Pur avviato, il processo di rientro dell’inflazione non appare privo di incognite. L’inflazione di fondo continua, infatti, a mostrare una progressiva tendenza all’aumento, evidenziando come all’interno del sistema importazione-produzione-distribuzione le tensioni non si siano ancora esaurite. Solo in autunno l’inflazione dovrebbe tornare su valori prossimi a quelli indicati come obiettivo dalla politica monetaria. La persistenza dell’inflazione su valori storicamente elevati consolida le attese di una prima parte dell’anno molto debole sul versante dei consumi.